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Clamidia

Clamidia e infertilità

La clamidia (Chlamydia) è un’infezione batterica a trasmissione sessuale che, nell’ultimo decennio, ha subito un notevole incremento, soprattutto tra le giovani donne (dai 15 ai 24 anni): ogni anno si contano più di 131 milioni di nuovi casi nel mondo; con un’incidenza del circa 3,5% tra le persone sessualmente attive in Italia. Rappresenta una condizione molto rischiosa per le donne che, oltre a essere più suscettibili all’infezione, la contraggono più spesso in forma asintomatica, esponendosi così alle sue gravi complicanze, tra cui l’infertilità!

Le malattie sessualmente trasmissibili

Quello delle Malattie a trasmissione sessuale (STI) rappresenta ancora oggi un problema rilevante, sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati, che interessa in particolar modo i giovani adolescenti. Nonostante la maggiore informazione, le STI sono in continuo aumento, soprattutto a causa di fattori sociali preoccupanti, come le scorrette abitudini sessuali: ogni anno l‘Organizzazione Mondiale della Sanità conta 340 milioni di nuovi casi al mondo.

Ciò che spesso non si considera è che le malattie sessualmente trasmesse – non solo rappresentano una frequente causa di morte nelle donne dei Paesi in via di sviluppo – ma possono avere numerose altre conseguenze (meno visibili nell’immediato, ma molto gravi), come: malattia infiammatoria pelvica, gravidanza extrauterina, infertilità o tumori dell’apparato genitale.

Clamidia: cos’è?

La Clamidia è, dunque, un’infezione batterica a trasmissione sessuale causata dal Chlamydia trachomatis: un batterio parassita endocellulare obbligato (ovvero un batterio che può riprodursi e moltiplicarsi solo all’interno di una cellula ospite). Esso, in genere, infetta le cellule epiteliali colonnari a livello della mucosa, diventando spesso un’infezione cronica che può durare mesi, o anche anni, se non trattata.

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I sintomi della Clamidia

La Clamidia è asintomatica nel 75% circa dei casi femminili e nel 50% di quelli maschili. L’assenza di sintomi – che apparentemente può sembrare indice di scarsa pericolosità – rappresenta invece il rischio maggiore. Infatti, in assenza di disturbi specifici, i pazienti non sanno di essere infetti, e così la malattia persiste e si diffonde attraverso nuovi contagi e la diagnosi tarda, con conseguenze anche drammatiche.

Nei casi in cui la Clamidia non sia completamente asintomatica, può presentarsi con alcuni fastidi:

  • nelle donne, perdite vaginali anomale, dolore addominale o durante i rapporti, sanguinamenti intermestruali e talvolta cervicite
  • negli uomini secrezione uretrale, bruciore alla minzione

Le conseguenze della Clamidia

Gli effetti della Clamidia non trattata possono essere molto gravi, soprattutto per le donne!

La diffusione del microrganismo al tratto genitale superiore femminile determina, infatti, gravi complicanze sistemiche come la malattia infiammatoria pelvica (PID) che può portare a sterilità tubarica, gravidanza extrauterina e dolore pelvico cronico.

Negli uomini le infezioni da Clamidia possono evolvere in epididimite, prostatite e vescicolite, con alterazioni della qualità del liquido seminale, fino all’ostruzione delle vie seminali e conseguente azoospermia.

Nel 15-20% di coppie sterili si evidenzia un episodio di PID. Ciascun episodio aumenta il rischio di sterilità, che risulta del 40% circa dopo 3 o più episodi.

Prevenzione e trattamento

Attualmente non esiste un vaccino contro la Clamidia. Pertanto l’unica forma di prevenzione consiste nell’utilizzo di metodi contraccettivi “a barriera” durante i rapporti, come il preservativo maschile e quello femminile. Inoltre, diagnosi e trattamento precoci, possono ridurre il rischio di contagiosità e d’insorgenza di gravi complicanze. Pertanto, si raccomanda alle donne di età inferiore ai 25 anni di eseguire una volta l’anno (o a seguito di rapporti non protetti con nuovo partner) un test per C. trachomatis.

L’infezione, qualora tempestivamente diagnosticata, può essere efficacemente curata mediante la somministrazione di antibiotici specifici.

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1 commento su “Clamidia e infertilità”

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