Come avviene la diagnosi di atrofia vaginale? 

Con la comparsa dei primi sintomi è preferibile consultare il proprio ginecologo, il quale valuterà lo stato delle pareti vaginali e del vestibolo vulvare appurando la presenza di arrossamento, pallore, assottigliamento e secchezza. Quando necessario, si procede anche ad ulteriori approfondimenti con:
  • analisi del pH vaginale, che nelle pazienti con atrofia vulvo-vaginale può risultare alterato per una variazione del microbiota vaginale (la flora batterica normalmente presente nei genitali femminili)
  • esame delle urine, soprattutto nei casi in cui l’atrofia vulvo-vaginale sia associata a disturbi urinari.
Fortunatamente, l’atrofia vaginale può essere trattata in modo efficace in modi diversi. Esistono diverse opzioni terapeutiche che un ginecologo può suggerire in base alla gravità dei sintomi. Tra i trattamenti più comuni troviamo: – Creme e gel a base di estrogeni: questi farmaci aiutano a ripristinare l’umidità vaginale e a migliorare l’elasticità dei tessuti. – Terapia ormonale sostitutiva (TOS): in alcuni casi, può essere utile una terapia ormonale sistemica per gestire i sintomi della menopausa e migliorare la salute vaginale. – Trattamenti innovativi: il medico potrebbe consigliare anche trattamenti all’avanguardia per migliorare il tono muscolare pelvico. Se sospetti di avere l’atrofia vaginale, è molto importante parlarne con il tuo ginecologo. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono fare una grande differenza nel recupero della tua salute intima. Non lasciare che l’atrofia vaginale influenzi negativamente la tua vita!
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