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HPV test

HPV test o Pap test?

I programmi di screening rappresentano la strategia di base per individuare precocemente lesioni da Hpv e prevenire lo sviluppo del carcinoma al collo dell’utero. Infatti – anche se la maggior parte delle infezioni da HPV si risolve spontaneamente e non necessariamente darà origine a un cancro – va ricordato che i tumori della cervice uterina dipendono nella quasi totalità dei casi dall’infezione virale. Pertanto i test di screening che hanno questo obiettivo, Pap Test e HPV Test, sono importantissimi: scopriamo le differenze…

Il Pap Test

O test di Papanicolaou (dal cognome del medico che lo ha inventato) è un esame di screening, che si effettua cioè anche in donne sane senza alcun segno di possibile malattia. Lo scopo è individuare precocemente tumori del collo dell’utero o alterazioni che, col passare degli anni, potrebbero diventare tali. L’introduzione del Pap test ha contribuito significativamente a ridurre la mortalità per tumore del collo dell’utero (anche detto tumore della cervice uterina). Pertanto andrebbe eseguito con regolarità (io ritengo ogni anno) da tutte le donne, dopo l’inizio dell’attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età.

Come si effettua?

L’esame si effettua con le stesse modalità di una visita ginecologica. Attraverso lo speculum si dilata leggermente l’apertura vaginale in modo da favorire il prelievo. Successivamente, attraverso una speciale spatola e un bastoncino cotonato si raccolgono delicatamente piccole quantità di muco, rispettivamente dal collo dell’utero e dal canale cervicale. In laboratorio verrà effettuato l’esame citologico delle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice, analizzandole con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato. Attualmente si preferisce effettuare il prelievo con una sola spatola e il campione viene immerso in una fase liquida: THIN -PREP.

Quali sono le controindicazioni?

L’unica controindicazione all’esecuzione dell’esame è la presenza di flusso mestruale, per cui è bene fissare l’appuntamento almeno tre giorni dopo la fine delle mestruazioni e una settimana prima di quando si prevede possa iniziare il ciclo successivo. Se le mestruazioni dovessero arrivare nei giorni immediatamente precedenti o il giorno stesso della visita, occorre rimandare l’esame. La gravidanza, invece, non rappresenta una controindicazione all’indagine, anche se è bene informare chi esegue l’esame della propria condizione. Ugualmente, l’uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina sono irrilevanti ai fini del test.

All’esame ci si può tranquillamente recare da sole perché non occorre nessun tipo di assistenza né durante l’esecuzione né al termine. Terminata l’indagine, la paziente può tornare a casa, anche guidando, senza nessun tipo di limitazione.

L’esecuzione di un Pap test non è dolorosa, anche se per alcune può essere più fastidioso che per altre, in relazione alla sensibilità individuale e alla delicatezza di chi lo esegue. Cercando di rilassarsi e facendo respiri lenti e profondi si può ulteriormente ridurre il lieve disagio legato all’introduzione del dilatatore e al successivo prelievo. Dopo l’esame non si dovrebbe avvertire alcun disturbo. Nei giorni successivi all’indagine si possono verificare alcune piccole perdite di sangue: in caso di dubbio è sempre meglio rivolgersi al proprio medico.

Chi deve sottoporsi al Pap Test

  • tutte le donne, dall’inizio dell’attività sessuale e comunque a partire dai 25 anni, anche se vaccinate. Infatti, la vaccinazione contro l’infezione da HPV non esonera dall’esecuzione del Pap test. La protezione, infatti, assicura una copertura solo contro i ceppi del virus più oncogeni e diffusi;
  • anche le donne in menopausa, almeno fino ai 65 anni di età, anche se non hanno più rapporti sessuali;
  • le donne che non hanno mai avuto rapporti sessuali completi possono comunque provare a eseguire l’esame. Il medico o l’ostetrica, opportunamente informati, utilizzeranno uno strumento apposito per dilatare l’apertura della vagina. A seconda delle caratteristiche anatomiche della donna, in questi casi potrebbe però essere difficile riuscire a prelevare dal collo dell’utero il campione di muco da esaminare. Il risultato quindi può non essere altrettanto affidabile. Nonostante queste difficoltà, le donne adulte dovrebbero comunque sottoporsi all’indagine perché, sebbene il rischio di cancro al collo dell’utero sia molto basso in una donna vergine, esistono rare forme che si sviluppano indipendentemente dall’infezione da papilloma virus (HPV) trasmessa da un partner.
  • le pazienti che in passato sono state sottoposte a isterectomia dovrebbero consultare il proprio medico per sapere se devono continuare a effettuare lo screening. In genere si ritiene opportuno ripetere l’esame se l’utero è stato asportato a causa di un tumore o di una forma pretumorale; mentre non occorre se è stato tolto per altre ragioni, per esempio a causa di emorragie abbondanti.

L’HPV Test

Detto anche DNA HPV test, consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero (o cervice uterina) che vengono successivamente analizzate per verificare la presenza di Papillomavirus.

L’HPV test ha una sensibilità maggiore rispetto al Pap test. Esso è più efficace ma meno specifico: vale a dire che ha l’HPV Test ha maggiori probabilità di predire l’eventuale sviluppo di lesioni che potrebbero evolversi in tumori ma, al tempo stesso, identifica anche infezioni che potrebbero regredire spontaneamente.

Quando si utilizza l’HPV Test?

Per il motivo sopra descritto, l’HPV Test andrebbe riservato alle donne di età superiore ai 30 anni, poiché prima di questa età le infezioni da HPV sono molto frequenti ma, altrettanto frequentemente, regrediscono spontaneamente senza evolversi in tumori. Pertanto, attualmente, quest’esame viene utilizzato:

  • nello screening del tumore del collo dell’utero nelle donne con età superiore ai 30 anni, in associazione al Pap test o al Thin prep (co-testing);
  • nella gestione del Pap test ASCUS nelle donne di età superiore ai 35 anni;
  • nei controlli ginecologici successivi al trattamento delle lesioni pre-neoplastiche del collo dell’utero.

Infine, va specificato che:

  • il test HPV non è un esame che va effettuato di routine insieme al Pap test pensando di ottenere risultati più affidabili;
  • la positività al test HPV non significa necessariamente presenza di tumore;
  • il test HPV deve essere eseguito a intervalli più lunghi (almeno cinque anni) rispetto ai tre anni previsti per il Pap test;
  • il test HPV per la diagnosi precoce del cancro del collo dell’utero non deve essere effettuato prima dei 30-35 anni, per le ragioni dette sopra.
  • non occorre nessuna preparazione specifica per effettuare il test HPV

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2 commenti su “HPV test o Pap test?”

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  2. Pingback: Metaplasia squamosa della cervice uterina - dr Rocco Falotico

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