Nonostante le chiare indicazioni dell’OMS, che prevedono il cesareo in un 10-15% dei casi, il parto cesareo è praticato molto più frequentemente, soprattutto in Italia. Negli ultimi anni i parti cesarei sono in aumento in tutto il mondo: in Australia rappresentano il 29,1%; negli Stati Uniti fino al 30,2%; in Italia addirittura il 36,9% (un 80% in più rispetto al 1985).
Ma come mai così tanti parti cesarei? Si tratta di un intervento importantissimo, che negli anni ha consentito di salvare moltissime vite, di mamme e di bimbi, che non avrebbero potuto superare un parto naturale a causa di gravi complicazioni. Tuttavia, esistono molte donne che, invece, subiscono questa operazione quasi “inconsapevolmente”. Viene detto loro che un parto naturale sarebbe “troppo rischioso”, senza che vengano informate realmente delle motivazioni cliniche che lo determinano. Molte altre donne, inoltre, lo richiedono esplicitamente solo perché estremamente spaventate dall’idea di un parto naturale.
Infatti, il parto vaginale ha subito, culturalmente, un’enorme enfatizzazione delle componenti legate al dolore e alla imprevedibilità degli accadimenti. Racconti traumatici di nonne, mamme o altre donne hanno contribuito a determinare questo scenario “spaventoso” del parto naturale. Ma non è così! La chiave di tutto è l’empatia e l’accoglienza che si deve instaurare tra la partoriente e l’equipe che la seguirà durante il parto. Ginecologo ed ostetrica dovranno fornire tutte le informazioni e i consigli affinché la donna sappia come affrontare e come comportarsi in quel momento. Senza contare la possibilità di effettuare la PARTOANALGESIA che consente ormai di vivere quest’esperienza in totale serenità.
Essere informate sul parto cesareo
Pertanto, è innanzitutto opportuno che la donna che si appresta a sottoporsi a un parto cesareo sia opportunamente informata! Consapevole delle motivazioni cliniche che lo rendono necessario, consapevole dei rischi e dei benefici di quest’intervento. Ogni donna dovrebbe avere a disposizione tutte le informazioni utili a operare una scelta consapevole, secondo la sua volontà.
Ciò premesso, in quest’articolo provo a rispondere ad alcune delle domande più frequenti che ricevo sul parto cesareo: una “meravigliosa operazione di salvataggio” (cit. Michel Odent) che, però, vi consiglio di affrontare sempre in modo consapevole e informato!
Posso mangiare dopo un parto cesareo?
Nelle primissime ore dopo il cesareo è necessario reidratare la paziente, tramite flebo, per favorirne la ripresa. Ma, se durante l’operazione non ci sono state complicazioni, la neo-mamma può consumare un pasto molto leggero già dopo 8 ore dal cesareo. Questo consente un recupero più veloce, sia fisico che psicologico, per la donna.
Dopo quanto posso rialzarmi?
Fino a qualche tempo fa, si tendeva ad aspettare 24/48 ore prima di far alzare la neo-mamma. Oggi, invece, si consiglia alla donna di muoversi – e provare a sedersi – già dopo alcune ore e di alzarsi già il giorno seguente all’operazione (ovviamente con il dovuto supporto). Come per ogni intervento, il movimento aiuta la ripresa, favorisce la circolazione e riduce il rischio di trombosi.
Il dolore è normale?
Assolutamente sì! Dopo un parto cesareo, esattamente come dopo un parto naturale, l’utero si contrae per tornare alla sua posizione. Questo può provocare dolore addominale che si unisce al fastidio della cicatrice. Nella prima giornata successiva all’operazione i farmaci anestetici riducono la sensazione dolorosa. Nei giorni successivi, insieme al proprio ginecologo, si valuterà la terapia più adatta per controllare il dolore che, generalmente, non si prolunga oltre i primi 3 giorni.
Quando guarisce la ferita?
Subito dopo l’operazione la cicatrice viene coperta da un cerotto che sarà rimosso il giorno successivo. A questo punto la cicatrice verrà medicata ogni giorno (per evitare infezioni) fino alla rimozione dei punti che avverrà dopo circa 7 giorni. Dopo pochi giorni è possibile fare la doccia e lavarsi normalmente, avendo cura di asciugare bene la cicatrice e rimedicarla correttamente. La cicatrice si trova molto in basso per cui, esteticamente, sarà molto poco evidente; tuttavia, la zona del taglio potrebbe rimanere “insensibile” per diverso tempo.
Dopo quanto la ripresa?
Generalmente la neo-mamma viene dimessa nel giro di 3-4 giorni al massimo. Nei primi giorni dopo l’intervento, un utile strumento alla ripresa può essere la fascia addominale. Essa consente alla donna ad alzarsi e a muoversi più facilmente, contribuendo ad alleviare la tensione muscolare e a favorire la cicatrizzazione. Tolti i punti, quindi dopo 7-10 giorni circa dal cesareo, la ripresa diventa molto rapida. Tuttavia è consigliabile attendere almeno un mese per fare sforzi più impegnativi.
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