Il tumore al collo dell’utero è stato, per lungo tempo, la forma di cancro più frequente nelle donne. Tuttavia, oggi, grazie a prevenzione e diagnosi precoce la situazione è sensibilmente migliorata. In Italia, il tumore alla cervice uterina rappresenta l’1,3% dei tumori diagnosticati nelle donne e il quinto più frequente nelle donne sotto i 50 anni di età. A cinque anni dalla diagnosi, sono circa il 68% le donne che sopravvivono a questa forma di tumore all’utero.
Risultati resi possibile grazie a programmi di screening sempre più efficaci, che hanno contribuito alla “Strategia globale per accelerare l’eliminazione del tumore della cervice quale problema di salute pubblica” – lanciata nel 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le cause del tumore al collo dell’utero
La principale causa di sviluppo del tumore al collo dell’utero è, senza dubbio, l’infezione da Papilloma virus (HPV) che si trasmette soprattutto per via sessuale ed è molto frequente nei giovani. La maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente, senza successive conseguenze, grazie alla normale attività del sistema immunitario. Altre hanno origine da tipi di HPV non pericolosi dal punto di vista oncologico, rimanendo silenti o dando origine a tumori benigni (papillomi o verruche genitali). Infine, una minor percentuale di infezioni da HPV può persistere nel tempo, formando lesioni nel tessuto del collo dell’utero che possono evolvere in cancro.
Alcuni fattori, inoltre, possono aumentare il rischio che l’infezione si trasformi in tumore al collo dell’utero
- fumo di sigaretta
- presenza in famiglia di parenti strette con questo tumore
- obesità
- dieta povera di frutta e verdura
I sintomi
Non esistono veri e propri sintomi del tumore al collo dell’utero, soprattutto nelle fasi iniziali del cancro. Tuttavia, alcuni “campanelli d’allarme” da tenere sotto controllo sono:
- perdite di sangue anomale
- perdite vaginali anomale
- dolore durante i rapporti sessuali
Prevenzione del tumore al collo dell’utero
La prevenzione primaria avviene mediante vaccinazione contro HPV e costituisce oggi la via più efficace e sicura per combattere il rischio di infezione e di sviluppo del tumore al collo dell’utero. I vaccini disponibili sono tre: bivalente, quadrivalente e, dal 2017, 9-valente (che amplia ulteriormente la protezione contro le classi virali oncogene). Tutti sono indicati contro i ceppi maggiormente responsabili della formazione di lesioni neoplastiche nella cervice uterina (HPV16 e HPV18). Inoltre, la vaccinazione può garantire la prevenzione di tutti i tumori correlati a HPV, come quelli della vagina, della vulva, dell’ano.
In Italia il vaccino è oggi raccomandato e offerto gratuitamente a ragazze e ragazzi nel dodicesimo anno di età.
Diagnosi precoce
Il tumore al collo dell’utero può essere diagnosticato in fase molto iniziale o addirittura precancerosa, grazie ai programmi di screening che includono Pap-Test e HPV-Test. Tali esami rappresentano la strategia di base per individuare precocemente lesioni da HPV e prevenire lo sviluppo del cancro alla cervice uterina.
- Il Pap-test, che rientra nel piano di screening oncologico nazionale per tutte le donne dai 25 anni in poi, permette di identificare le lesioni pre-cancerose o cancerose negli stadi iniziali e va effettuato ogni 3 anni.
- L’HPV-test, previsto dal piano di screening per le donne dai 30-35 anni in poi, è in grado di individuare direttamente la presenza del DNA del virus HPV e va ripetuto ogni cinque anni.
In base ai risultati dei test, il ginecologo potrà stabilire se esiste un’eventuale alterazione pre-cancerosa o il rischio che questa si sviluppi e decidere la strategia più efficace di intervento.
Se sei alla ricerca di un ginecologo a Napoli – specialista in Ginecologia e Ostetricia, Chirurgia Ginecologica endoscopica, Infertilità e Patologia della Riproduzione, Fecondazione Assistita (FIVET) – contattami alla sezione “Contatti” o prenota una visita, anche online, cliccando il tasto in alto “Prenota ora”.