Dal 1989, anno in cui ho iniziato ho iniziato a praticare la chirurgia mininvasiva, la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Oggi, grazie alla chirurgia laparoscopia ed isteroscopica posso approcciare le più importanti patologie dell’apparato riproduttivo e compiere più approfonditi accertamenti diagnostici per le problematiche dell’infertilità. Ma conosciamo meglio la chirurgia laparoscopica…
Cos’è la chirurgia laparoscopica?
È un intervento chirurgico specialistico che permette l’esecuzione di trattamenti ginecologici senza l’apertura della parete addominale, utilizzando piccole incisioni sulla cute. Dopo aver eseguito l’anestesia generale, uno strumento denominato “Manipolatore Uterino” viene introdotto nell’utero per mobilizzarlo secondo necessità. Si esegue quindi una piccola incisione di 1 cm in prossimità dell’ombelico attraverso cui si introduce una miscela di gas nell’addome. Il gas permette di separare gli organi pelvici, consentendo una migliore visione. Il laparoscopio (un tubo rigido, sottile, attraverso cui viaggia la luce) è introdotto attraverso l’incisione. I movimenti chirurgici si eseguono mediante 2 o 3 strumenti molto sottili, introdotti attraverso piccole incisioni nella porzione bassa dell’addome. Al termine dell’intervento viene applicato un punto di sutura nelle incisioni e posto un piccolo bendaggio a protezione delle ferite. La durata può variare dai 15 – 30 minuti (per un intervento diagnostico) a un’ora o più per interventi più complessi.
Quando è consigliata la laparoscopia?
La laparoscopia è di solito consigliata per due ragioni: una diagnosi più accurata o un trattamento chirurgico. Questa tecnica permette al medico di meglio definire la natura di una massa pelvica che può essere rappresentata da:
- una cisti: sacca ripiena di materiale liquido o semisolido che può interessare una o entrambe le ovaie
- un fibroma o mioma: massa benigna di tessuto fibro-muscolare uterino connesso all’utero
- un’aderenza: tessuto fibroso interposto tra alcuni organi addominali che li unisce e li imbriglia
- endometriosi: tessuto, simile a quello presente all’interno dell’utero (endometrio), che si impianta all’interno dell’addome (nelle ovaie, nelle tube, nell’utero, nell’intestino, sul peritoneo)
- patologia infiammatoria pelvica: infezione causa di fenomeni infiammatori dell’utero, delle tube di Falloppio, delle ovaie e del peritoneo
- gravidanza extrauterina: gravidanza in cui l’uovo fecondato inizia a crescere al di fuori dell’utero, in sede pertanto addominale (più frequentemente nella tuba)
- patologia infiammatoria pelvica: infezione causa di fenomeni infiammatori dell’utero, delle tube di Falloppio, delle ovaie e del peritoneo
Laparoscopia e infertilità
La laparoscopia può aiutare il medico a capire le cause dell’infertilità. Se una paziente desidera una gravidanza, ma non riesce a concepire, la laparoscopia può permettere al medico di individuare, e talvolta correggere, il problema. Mediante il laparoscopio, il medico può verificare se le tube di Falloppio (attraverso cui passa l’uovo fecondato) sono aperte o chiuse. Se è presente endometriosi e quando è il caso, può anche prelevare gli ovociti dall’ovaio per esaminarli in laboratorio. In particolare la presenza di endometriosi pelvica e di aderenze non può essere valutata con nessun’altra metodica. Anche lo stato e la funzione della fimbria, cioè la porzione più distale della tuba che serve alla captazione dell’ovocita, può essere correttamente evidenziata solo dalla laparoscopia. Durante l’esame laparoscopico oltre alla normale visualizzazione di tutti gli organi pelvici coinvolti nella funzione riproduttiva (utero, tube, ovaio) vengono messe in atto sempre alcune procedure mentre altre sono eseguite solo se necessarie. In particolare la cromosalpingoscopia viene sempre eseguita, essa consiste nell’iniettare attraverso il canale cervicale e quindi dal basso, del bleu di metilene. Attraverso il laparoscopio si osserva il riempimento delle tube e il passaggio attraverso la fimbria nel peritoneo. E’ in pratica una prova della pervietà e della funzionalità delle tube.
Quali interventi chirurgici possono essere eseguiti mediante laparoscopia?
Come detto, la laparoscopia è anche una tecnica di accesso chirurgico estremamente attuale. L’intervento per via endoscopica è previsto in questi casi:
- Aderenze pelviche: patologia relativamente frequente e causa di infertilità o dolori pelvici. I risultati per via laparoscopica sono eccellenti e permettono nella maggioranza dei casi di liberare completamente le pelvi.
- Endometriosi: rappresenta una delle migliori indicazioni alla laparoscopia chirurgica. Possono essere rimossi brillantemente casi di endometriosi lieve, moderata e severa anche se presenti cisti endometriosiche di varie dimensioni.
- Cisti ovariche: possono essere rimosse cisti di qualunque dimensione. Vengono infatti prima aspirate e poi viene enucleata la capsula cistica.
- Gravidanza extrauterina: rappresenta una delle migliori indicazioni alla laparoscopia chirurgica perchè se effettuata entro la 8a – 9a settimana permette di risparmiare la tuba interessata con un ripristino della funzionalità vicina all’80% (a volte però è necessario asportare per intero la tuba).
- Fibromi uterini: possono essere asportati, con intervento definito di miomectomia, anche fibromi di grosse dimensioni che poi vengono rimossi dalla cavità addominale dopo averli frantumati. Quest’intervento a volte può richiedere una incisione cutanea più grande (al massimo 2 cm).
- Isterectomia: per via laparoscopica può essere asportato completamente l’utero (se necessario anche le ovaie e le tube) anche di grosse dimensioni. L’isterectomia si può eseguire completamente per via laparoscopica o in associazione all’intervento per via vaginale. Per gli interventi di isterectomia o miomectomia con utero di grosse dimensioni, è necessaria un’incisione più alta (qualche centimetro al di sopra dell’ombelico).
- Oncologia: Sempre più frequentemente la via laparoscopica viene utilizzata nelle patologie maligne della sfera genitale femminile (in particolare nel cancro dell’endometrio, del collo dell’utero e dell’ovaio) sia a scopo diagnostico, che terapeutico.
Che tipo di anestesia è richiesta?
Molte pazienti si chiedono se sia necessaria anestesia locale o generale. Generalmente la laparoscopia si esegue in anestesia generale. Tuttavia la minore invasività rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali permette forme di anestesia più leggere e meglio sopportabili. Inoltre le moderne tecnologie rendono l’anestesia virtualmente priva di rischi.
La chirurgia laparoscopica comporta dei rischi?
Nessuna procedura chirurgica è completamente priva di rischi e la laparoscopia non rappresenta un’eccezione. Per esempio, l’anestesia può causare nausea o vomito. L’endovenosa, richiesta per l’anestesia, può causare fastidi o piccoli ematomi.
La perforazione dell’intestino o della vescica, sebbene rara, è una complicanza possibile. La laparoscopia può non essere possibile quando la paziente è per esempio obesa. In una percentuale di circa il 6% dei casi non è possibile portare a termine l’intervento chirurgico per via laparoscopica. In questi casi si rende necessario “convertire” l’intervento ad una tecnica di chirurgia tradizionale (incisione dell’addome).
Come “mi sentirò” dopo?
Dopo la laparoscopia, alcuni malesseri sono usuali, ma in genere scompaiono in pochi giorni.
Dolore alle spalle, al dorso o all’addome può dipendere dal gas utilizzato per distendere la cavità addominale o dalle procedure eseguite durante la laparoscopia. A causa del gas utilizzato, dell’anestesia e/o della manipolazione delle anse intestinali può comparire nausea. In caso di anestesia generale e intubazione tracheale eseguita per facilitare la respirazione, può manifestarsi fastidio durante la deglutazione. L’anestesia generale può essere anche causa di difficoltà di concentrazione nelle ore immediatamente successive l’intervento. Tutte le attività che richiedono particolare concentrazione, come guidare l’automobile, devono essere evitate per 48 ore. L’iniezione endovenosa può essere dolente per alcuni giorni. La cicatrizzazione completa delle ferite sull’addome richiede in genere una settimana. Qualche piccola macchia di sangue dalla vagina può perdurare qualche giorno e non deve destare preoccupazione.
Che cosa il medico consiglia di fare dopo la laparoscopia?
Il trattamento successivo alla laparoscopia è variabile da paziente a paziente. Esso dipenderà dalle ragioni che hanno reso necessaria la laparoscopia. Da quanto emerso durante l’indagine. Dai risultati di laboratorio ottenuti dallo studio dei tessuti o dei liquidi prelevati durante l’indagine. Le incisioni vengono generalmente chiuse con dei punti di sutura riassorbibili. In ogni caso è necessaria una visita di controllo a distanza di circa un mese. I rapporti sessuali possono essere ripresi dopo 3 – 4 giorni dall’intervento (per quelli più semplici) o 3 – 4 settimane (per quelli più complessi – Isterectomia, miomectomia).
Quali sono i vantaggi?
La laparoscopia è consigliata perché presenta notevoli vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale.
- la visione degli organi endoaddominali è perfetta, addirittura migliore che in chirurgia tradizionale, e permette una diagnosi definitiva in tutti i casi
- il risultato estetico é notevolmente migliore
- la non apertura dell’addome riduce il trauma sugli organi pelvici e quindi favorisce la ripresa funzionale
- si riduce conseguentemente anche il rischio di infezione dovuto alla contaminazione con l’ambiente e da corpi estranei
- il decorso post operatorio è molto più rapido con scarso dolore
- la degenza è limitata a uno due giorni e anche la convalescenza è molto più breve
- conseguentemente la ripresa delle normali attività lavorative e sociali è notevolmente accorciata rispetto agli interventi tradizionali.