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Listeriosi in gravidanza

È fondamentale prestare molta attenzione ai cibi che si assumono in gravidanza poiché alcuni di essi possono trasmettere batteri, come la Listeria Monocytogenes, che trasmette la Listeriosi, particolarmente rischiosa in gravidanza.

La listeriosi, dunque, fa parte delle malattie che si contraggono attraverso l’assunzione di cibo contaminato (tossinfezione alimentare). Il batterio responsabile di questa malattia è molto diffuso nell’ambiente. Può trovarsi nel suolo, nell’acqua, nelle feci di molti animali, ma anche in alimenti trasformati, refrigerati e conservati (come carne, pesce, verdure, latticini, insalate confezionate).

Come si trasmette la listeriosi?

La trasmissione di questa malattia avviene principalmente per via alimentare, in seguito all’ingestione di alimenti contaminati dal batterio. Molto più raramente l’uomo la contrae manipolando animali infetti o per contagio da persone ammalate. Tuttavia, la probabilità di contrarre l’infezione dagli alimenti è 17 volte maggiore per le donne in gravidanza e i soggetti immunodepressi. La malattia può essere contratta in qualsiasi momento durante la gravidanza, ma la maggioranza dei casi sono stati rilevati nel terzo trimestre. Le complicanze per il feto o neonatali, invece, diminuiscono con l’avanzare della gravidanza stessa.

Il periodo di incubazione medio è di circa 20 giorni (ma può prolungarsi fino a 70 giorni).

Quali sono i sintomi della Listeriosi?

I sintomi della listeriosi in gravidanza non sono specifici e spesso sono simili a quelli di una classica sindrome influenzale:

  • febbre
  • mal di testa
  • brividi
  • mialgia
  • sintomi gastrointestinali

Pertanto è consigliabile che una donna incinta che presenti tali sintomi, soprattutto in assenza di faringiti o altre infezioni, effettui delle emoculture per diagnosticare l’infezione.

Quali sono le conseguenze della Listeriosi in gravidanza?

Questa malattia, contratta in gravidanza, può comportare gravi effetti sulla salute del feto:

  • parto prematuro
  • infezione del liquido amniotico
  • aborto
  • morte neonatale
  • gravi complicanze post partum nel neonato

Circa il 10-20% dei casi clinici sono forme che interessano le donne in gravidanza o i neonati:

  • Il 15-25% di queste infezioni porta alla morte del feto in utero con conseguente aborto
  • Nel 70% dei casi invece, il feto arriva comunque a nascita ma il neonato è affetto da listeriosi congenita
  • Nel 5% dei casi è possibile si verifichi batteriemia nella madre senza che vi sia il coinvolgimento del feto

Quali sono gli alimenti più rischiosi?

Gli alimenti a più alto rischio di trasmissione della listeriosi sono:

  • carni crude o poco cotte;
  • prodotti a base di carne, come salumi freschi o poco stagionati, paté non inscatolati, piatti con carni fredde pronti per il consumo;
  • prodotti di gastronomia pronti per il consumo, come maionese, insalata russa e tramezzini;
  • verdure crude o sottoposte a blandi trattamenti di conservazione, in particolar modo le insalate preconfezionate;
  • latte crudo e prodotti derivati, come formaggi a pasta molle, poco stagionati e burro;
  • pesce, soprattutto quelli leggermente salati e affumicati, come il salmone affumicato;
  • tutti gli alimenti cotti e pronti per il consumo conservati a lungo a temperature non corrette dopo la cottura.

L’unica terapia praticabile è quella antibiotica, finalizzata a diminuire il rischio di gravi conseguenze.

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